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Italianfantasticbooks...e queste le collane antologiche attualmente in lavorazione:
TERRE INCANTATE per il fantasy
LE VIE DEL BUIO per l'horror
NARRATIVA per tutti gli altri generi
Il bagliore della luna filtrava attraverso la persiana socchiusa, creando un gioco di ombre che, il più delle volte, stuzzicava la mia curiosità.
Andai alla ricerca del suo corpo, avvolgendolo fin dove potevo, nel tepore di un abbraccio. Sentivo il suo cuore, battere all’unisono con il mio e l’odore della pelle di Lui che ricordava il profumo dei fiori appena sbocciati. Mi fermavo a osservarlo di tanto in tanto, ripensando al nostro primo incontro.
Ero sperduta e terrorizzata quando, per un caso del destino, venni salvata. Sedotta dal suo fare affabile, dalla sua impossibilità di sgridarmi, di riprendermi in ciò che sapevo fosse sbagliato. Lui era al centro del mio mondo.
Di rado mi lasciava sola durante il giorno. Quando Lui usciva era per poche ore e al suo ritorno ero sempre pronta a donargli effusioni di piacere al tocco delicato della sua mano; dimostravo il profondo rispetto e la fiducia indissolubile. Il sorriso di Lui mi abbagliava la vista e la voce incantatrice agiva su di me come un richiamo che non potevo ignorare. Lo guardavo incuriosita quando Lui stava seduto, dinanzi a un piccolo schermo. Ne analizzavo ogni movimento: l’eleganza con cui muoveva le dita, le espressioni facciali. ‘Adoravo il suo sorriso’.
Quando il cielo si dipingeva di nero, la pioggia aumentava furiosa e il rumore assordante dei tuoni faceva tremare porte e finestre, Lui mi attirava a sé, sussurrandomi parole rassicuranti. Mi lasciava andare, solo quando credeva che dormissi. Io, invece, ero sempre vigile, attenta a rumori molesti e pronta a difenderlo più di me stessa.
E ci fu il passare dei giorni, dei mesi e delle stagioni. Il tempo trascorreva a una velocità incalcolabile, fino a quando arrivarono giorni solitari. Lui usciva presto la mattina e tornava che era già calato il sole, lasciandomi nello struggente silenzio che avevo tanto odiato. Ero preoccupata. Forse, aveva trovato qualcun’altra a cui dedicare attenzione e affetto. Mi ero trastullata nell’illusione che saremmo rimasti sempre io e lui, lui e io. Provai a stuzzicarlo in cambio di carezze ma non mi avvicinò più al suo petto caldo, baciandomi fino a quando ne avessi voglia.
E fu mattina, una giornata fresca ma serena. La rugiada formatasi sulle tapparelle, il cinguettio festoso degli uccelli e le voci di chi conversava non molto lontano. Diedi il buon giorno, leccando la sua guancia. Nessuna risposta. Forse Lui era troppo stanco. Baciai la fronte, il collo, le orecchie e la bocca, pietra. Non si muoveva, né alitava. Freddo, distaccato, inerme. Il mio amore più grande era privo di vita.
Di tanto in tanto, passo dinanzi quella casa, che era stata nostra. Trasuda dalle pareti amore, felicità, tempo di giochi e di carezze. Sola, vago per strada, il dolore pian piano mi uccide e il mio miagolio straziante si diffonde ovunque.
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4 commenti:
Solo un animo sensibile da "gattara", come "gattaro" sono anch'io, poteva concepire una lirica così bella. La invidio molto(in positivo) per essere riuscita a trovare le parole giuste. Lei si e io no. Ecco la differenza tra una brava scrittrice ed un lettore.
Salvo
grazie Salvo per i tuoi complimenti ma tu sei molto più bravo di me!! Io mi sono affacciata da poco nel mondo letterario e ho molta strada da percorrere.
Non ci sono parole... questo è un valido esempio di dove può arrivare la sensibilità di un'Autrice con la "A" maiuscola!!!
grazie anche a te Cecco ...
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