Cecco
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Cecco
Se James Cameron ha aspettato più di dieci anni per farcelo vedere, allora l'attesa è valsa la spesa.
Per me che veleggio verso i 43 anni è stata la prima volta che ho visto una pellicola in 3D e forse anche questo rende i miei commenti ancora più favorevoli.
A onor del vero questo film li merita tutti.
In un'epoca, la nostra, dove l'umanità sembra per davvero aver intrapreso, tra tanta nuova tecnologia, la strada del declino e della distruzione ambientale, la trama di Avatar aiuta a riflettere, semprechè se ne abbia voglia.
Per quanto possa essere un film di fantascienza, "l'umana" stupidità rappresentata dagli "umani" invasori (equipe scientifica a parte) che non trovano di meglio, dopo aver semidistrutto il pianeta Terra, che saccheggiare questo nuovo paradiso, è ampiamente e molto verosimilmente resa per intero.
Un mondo dove i suoi abitanti, gli animali, le piante e tutto il resto, interagiscono come un gigantesco tuttuno, dove anche la preda dopo esser caduta ai piedi del cacciatore è fatta oggetto di apposita preghiera di ringraziamento, sono cose che forse hanno accompagnato l'umanità ai suoi albori, per poi perdersi irrimediabilmente.
Senza nulla togliere all'intera pellicola, la scena madre è stata proprio l'intervento dell'anima invisibile del pianeta alieno, che in un solo unisono ha messo spalle al muro la superiorità bellica e tecnologica degli invasori, proprio quando questi ultimi stavano avendo la meglio sui rivoltosi.
C'è da sperare che anche madrenatura qui sulla Terra, prima o poi, non giunga alle stesse conclusioni e ce le faccia suonare di santa ragione dalla flora e dalla fauna che giornalmente stiamo riducendo ai minimi termini.
Cecco
Dunque, ci restano un paio di annetti scarsi!
Se è vero che i vecchi adagi hanno sempre ragione e che nelle profezie si nasconde sempre un minimo di verità, allora è proprio il caso di dire che l'umanità ha i giorni contati... o quasi!
Il nuovo film catastrofista del sempre bravo (sia a girare che a trovare i soldi) Roland Emmerich dal mio punto di vista non è venuto male.
Gli effetti da computer grafica ormai consentono di fare di tutto di più ed il film, specie nella prima metà, grazie ad un ritmo sostenuto ed incalzante, ti prende e ti lascia quasi senza fiato, senza darti il tempo di riflettere (io l'ho fatto nell'intervallo ed un pò d'ansia mi è venuta al solo pensarci).
La seconda metà è quella che invece rallenta un pò e presenta, a parer mio, delle situazioni poco credibili, eccezion fatta per le catastrofi di madre natura (la quale tutto può).
Due sono le scene che mi hanno lasciato un pò perplesso e che i mirabolanti effetti speciali non giustificano: la prima è quella dell'Antonov, (un aereo di fabbricazione Russa che definire gigante dei cieli è dir poco, ma che proprio per le dimensioni e la vecchia progettazione non dispone dell'agilità di un'aquila) il quale si destreggia tra cadute di grattacieli e quant'altro riuscendo alla fine a prendere la via del cielo.
La seconda, decisamente meno debitrice degli effetti speciali, è una delle scene finali dove l'eroe, grazie alla sola umana forza riesce con una sbarra d'acciaio (o simile), restando immerso in un locale pieno d'acqua mostrando di avere i polmoni di Namor il sub-mariner, a sbloccare gli ingranaggi di chiusura di una delle arche, salvando così tutti gli occupanti dall'arrivo della megalittica onda di marea.
E allora? Mi dirà qualcuno. Che c'è di strano in questo?
Nulla, dico subito. Nulla o quasi; ed il quasi è dovuto al fatto che l'eroe di cui sopra, munito della sbarra di cui sopra, riesce a liberare degli ingranaggi (tipo i meccanismi di un gigantesco orologio per intenderci) grossi quanto un appartamento; impresa per la quale - credete a me - la sola forza umana (per quanto bruta possa essere e se si escludono Hulk e soci) non basta!
Ma del resto lo spettacolo vuole la sua parte e dunque in un contesto fantastico ci può stare tutto.
Vero, vero, però... però anche un pò di logica in un contesto fantastico non è che guasti.
Comunque un film da vedere con la famiglia e da tenere in videoteca.
Cecco
Per la serie "non muoiono mai".
Se cerchiamo nel mondo dell'horror qualcuno che nonostante le "mazzate" giustamente prese ritorna sempre a far danni, difficilmente troveremo un altro come Jason Voorhees.
Al produttore ed ideatore della saga, Sean Cunningham, va l'indubbia capacità di riproporre, dopo ben 10 pellicole consecutive (la prima del 1980) ed uno spin-off (con l'altrettanto mitico Freddy Krueger di Nightmare), l'ennesimo nuovo capitolo della saga.
Per la verità quest'ultimo capitolo uscito nelle sale in primavera 2009 mi ha lasciato un pò sconcertato... e non in maniera positiva.
In pratica si è trattato di un remake del primo capitolo che purtroppo ha poco a che vedere con le atmosfere cupe del precursore, atmosfere che mantenevano lo spettatore sul filo della tensione, con immancabile colpo di scena finale, per tutta la durata del film.
Il nuovo capitolo invece mi ha lasciato con una sensazione, dopo che sono uscito dalla sala, riassumibile in queste poche parole: "ma perchè l'hanno prodotto?".
Se vado a ritroso posso dire che dopo i primi nove capitoli, quando uscì il decimo, ci fu la trovata quantomeno originale che "faccia da hockey" continuasse a far stragi anche nello spazio e la pellicola di qualche anno dopo, che lo ha visto contrapporsi al vecchio Freddy, lo è stata altrettanto, ma questo nuovo capitolo, che negli intenti (spero di sbagliarmi) sembra voglia ripetere tutta la saga, è quantomeno allucinante.
Sono un amante dell'horror, in tutte le salse, qui lo dico e non lo nego, però spendere quattrini in questo modo rischiando di ridicolizzare anzichè rivitalizzare un personaggio è peggio che ucciderlo per sempre.
Cecco
Cecco