Ovvio che nel caso in questione l'incitazione è da prendere in forma caricaturale perchè questo orco è uno dei più simpatici nella storia del cinema d'animazione: SHREK!
Siamo al quarto episodio e, se guardiamo ai tre precedenti, non si può fare a meno di notare come la distanza tra un'uscita e l'altra si sia intervallata di un triennio per volta (2001, 2004 e 2007).
Statistiche a parte, forse è meglio se passo al film.
Allora, che dire... il ragazzo che c'è in me può ritenersi soddisfatto, l'adulto ed appassionato del genere non può non notare che il nostro Shrek è maturato.
Sì, sì... maturato maturato!
Anche stavolta è alle prese con il nemico di turno, Tremotino, accompagnato da una nutrita corte di streghe al suo servizio, ma la storia in cui si ritrova il nostro eroe è causa di un suo desiderio, un desiderio normale e vicinissimo alla realtà di tutti i giorni: sfuggire al quatidiano stress familiare.
Fortunatamente, il divorzio o la separazione consensuale sono fuori dalla narrazione (per fortuna) e quel che desidera Shrek è di tornare, almeno per un solo giorno, ad essere quello che era prima che tutto avesse inizio.
Purtroppo la storia fantastica ci insegna (vedi patti col diavolo e simili) che certi desideri è preferibile che restino tali e che se proprio li si vuole realizzare occorre quantomeno conoscere chi sia il nostro interlocutore e cosa celino realmente le sue intenzioni.
Questo è quanto non accade per Shrek, il quale non sa che il suddetto Tremotino nutre nei suoi confronti un odio viscerale dovuto al fatto che l'atto eroico compiuto da Shrek nel primo episodio, ovvero liberare dal castello la principessa Fiona, abbia privato all'ultimo momento Remotino dal diventare il sovrano incontrastato del regno di Molto Molto Lontano che i genitori della sua amata erano pronti a cedergli a patto che liberarsse la loro amata figlia dall'incantesimo casua del suo esilio. Tremotino (o Remotino o Motino, come lo scimmiottano nel corso della pellicola) è un venditore d'incantesimi sotto forma di desideri su pergamena; in pratica tu sottoscrivi e per ventiquattrore si avvera quel che più ti sta a cuore. "Ebbene?" direte voi! "Ebbene!" dico io. Sempre meglio che i termini del desiderio siate voi a sceglierli, evitando di lasciare "l'incomodo" al vostro peggior nemico (specie se lo è a vostra insaputa).
Shrek, infatti, lascia a Tremotino la scelta di quali ventiquattrore della sua esistenza passata non debbano aver luogo e Tremotino, ovviamente, coglie la palla al balzo e sceglie che siano quelle precedenti al giorno in cui l'ingenuo orco è nato.
E così Shrek si ritrova in una realtà alternativa a quella vissuta fino a pochi attimi prima, una realtà dove Tremotino è il signore incontrastato (con tanto di corte di streghe) che tiranneggia sul popolo e tiene da schiavi tutta la popolazione di orchi. Solo un gruppo di "dissidenti" cerca di resistergli ed a capo di questo gruppo c'è nientemeno che Fiona (che ovviamente non ricorda assolutamente nulla di Shrek). "Idem con patate" per quanto riguarda gli altri amici. Ciuchino (che almeno non ha perso la favella) fugge al solo vederlo, il Gatto con gli stivali sembra diventato un peso massimo e per farlo muovere con agilità ci vorrebbero un paio di razzi sotto i piedi e gli altri comprimari non hanno ricordo alcuno del vecchio amico.
Le gags che si susseguono, sempre con goliardica dissacrazione dei luoghi comuni delle favole (costante che ha accomunato e caratterizzato tutte e quattro le pellicole), si contorcono in una serie di rocambolesche vicende che culminano nella lotta finale tra la corte di Tremotino ed il nostro Shrek, che ancora una volta combatte con una Fiona, la quale, al termine della lotta, grazie all'innato coraggio dimostrato da quast'ultimo, ritrova per lui l'antico amore. Tutto ciò accade proprio sul filo di lana, mentre si consumano gli ultimi secondi delle ventiquattrore dopo le quali l'incantesimo della pergamena diventa irreversibile e, come nel primo episodio, il bacio di vero amore rompe i sogni di potere di Tremotino e restituisce in un'esplosione di luci e vetri infranti il nostro Shrek alla sua realtà, a quella realtà che tanto lo stressa ma che è sempre la sua realtà, con le difficoltà, le gioie, i dolori, le arrabbiature, ma anche i suoi amori ed i suoi fedelissimi amici di sempre, un pò invadenti forse, ma che sono sempre quanto di più spontaneo e sincero lo attornia.
Stavolta il lieto fine serve anche a far riflettere (e qui veniamo alla spiegazione del "maturato") sul come i tanti problemi che incupiscono "il cielo quotidiano" di noi esseri umani, se ci si arma di un pò di pazienza e tenacia, vengono sempre illuminati, prima o poi, dai raggi di sole splendente che "bussano" al di là della coltre di nubi.
Cecco
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