Ecco! Avevo uno Spirito furioso che aveva perso il controllo. Ero troppo spaventata per riflettere così mi lasciai guidare dall’istinto “Non lo penso, Bianca. Io … sono qui per ascoltarti.”
Il fantasma di Bianca cessò di urlare “Quand’era possibile venivo qua, per incontrarlo. Mi diceva che avrebbe trovato il modo per rimanere insieme, per sempre. Così iniziò la ricerca dell’eterna giovinezza, ma fallì. Da troppo tempo lo sto aspettando, qui, a Castel del Monte; testimone della nostra unione, invano”. Bianca continuava a trasmettermi tutto il suo martirio, quanto doveva aver sofferto nascondendo la loro relazione al resto del mondo. Potevo sentire ogni emozione, ogni sensazione, e questo mi spaventava, ma mi dava il coraggio per dirle “Bianca, hai dovuto portare un pesante fardello da sola, adesso ... l’hai condiviso con me. L’eternità non è nel prolungamento della vita terrena ma ciò che ci spetta dopo la morte”.
Sul volto di Bianca si dipinse un sorriso. Come quando, dopo un temporale, un timido raggio di sole attraversava le nubi nere per tornare a risplendere. La donna si scostò d’un tratto “ho udito il mio nome” e scomparve ancora una volta.
Quel rincorrere uno spirito mi stava facendo perdere la ragione. Mi ritrovai a vagare tra quelle mura, chiamandola più volte “Ecco! Sono impazzita” dissi a me stessa raggiungendo il cortile per respirare un po’ d’aria. Mi sentii sfiorare i capelli, e vidi Bianca passarmi accanto. “Dove correva?” mi chiesi, prima di vedere le sue braccia cingere la vita del suo amato. Il grande Imperatore Federico II era lì, al centro del cortile, allungava una mano verso lei.
“Quanto ti ho aspettato amore mio” le disse “dov’eri?”
“Mio Re” rispose Bianca emozionata “non riuscivo a trovarti.”
La felicità che provai vedendoli insieme non poteva essere descritta con nessuna parola. Una luce calda avvolse i due innamorati che si tenevano per mano. Una nuova vita li attendeva. Diversa da quella vissuta, eterna come il loro amore.
“Delia!” Ines mi scuoteva con foga, era fuori di sé. “Oh grazie al cielo, grazie al cielo!” ripeteva. Mi alzai intontita. La Professoressa Martini sventolava il coupon illustrativo e tremava. Pallida in volto quasi fosse sul punto di svenire.
“Come ti senti?” mi chiese il Professor Vitali che riusciva a mantenere una calma quasi agghiacciante.
“Bene … perché?” dissi una piccola bugia.
“Perché?” ribatté Ines “ti sembra normale bloccarti tutto ad un tratto e fissare nel vuoto?”
“Sembravi in trance, poi sei svenuta” aggiunse Licia “il Professor Vitali ha consigliato di non muoverti.”
“Per quanto tempo?” le chiesi.
“Cinque minuti.”
“Coraggio” disse il Professore “te la senti di camminare?”
Sospirai, sfogliando le pagine di quel tomo. Erano almeno mille e più leggevo più battevo la penna in continuazione. La Professoressa Martini aveva assegnato un tema sul Risorgimento Italiano, da esso dipendeva il sufficiente per non lasciare la materia.
“Mi perdoni, gentil donzella” disse una voce ma, alzando la testa dal libro credei di essermi sbagliata. Nella biblioteca a parte me, c’erano soltanto due persone applicate nella lettura. Dovevo aver sentito male, forse era colpa della stanchezza, tornai a concentrarmi.
Un respiro affannato proveniva accanto a me. Con movimento lento del capo mi voltai. Un uomo dalla folta barba mi fissava. Indossava una giacca molto aderente in vita, e pantaloni che si restringevano sulla caviglia grazie a quattro bottoncini. Giocherellava con un bastone di legno dal pomello d’oro. Lo ignorai tornando a leggere.
“Ho visto che può sentirmi” mi disse.
“E no!” urlai a voce alta “Di nuovo no!”
“Schh!” fui sgridata dai presenti “Signorina non si urla in una biblioteca, non lo sa?”
Mi risedetti composta, sperando che quell’uomo fosse scomparso. Per mia sfortuna era ancora lì. Se quello doveva essere il mio destino, non ne sarei stata la vittima ma lo avrei stravolto a mio vantaggio. “Sa’ qualcosa sul Risorgimento Italiano?”
L’uomo scoppiò a ridere “Mia cara, mai sentito parlare della Giovine Italia?”
“Romano Delia, è un piacere” dissi.
“Giuseppe Mazzini, il piacere è mio.”
Dopo due giorni consegnai il compito alla Professoressa Martini, inutile dirvi il voto.
1 commenti:
F.A.V.O.L.O.S.O.
salvo
Posta un commento