La fine di un qualcosa di indispensabile.
Ma ci abbiamo mai pensato?
E se un giorno per davvero l'erba scomparisse da campagne e colline e da qualunque altro posto.
A pensarci bene le conseguenze che ne deriverrebbero sarebbero per davvero catastrofiche: gli animali d'allevamento (quelli di cui ci ricordiamo solo quando arrivano già belli e cotti sulle nostre tavole) morirebbero di fame, i cereali, parenti stretti della "verde chioma" dei prati, a seguire la stessa fine ed all'umanità che resterebbe? Patate e tuberi vari.
Bel dilemma e di certo se non ci avesse pensato John Christofer, pseudonimo di Samuel Youd, non avremmo letto e tantomeno riflettuto su questa eventualità.
Personalmente sono stato colpito non poco dal romanzo che ho letto sulla rivista Urania Collezione e mi sono ripromesso (se mai mi riuscirà) di ritrovare anche il film del 1970 (Death of grass) che da noi è stato titolato come "2000: la fine del mondo".
L'autore di questo bellissimo romanzo (se avete un fine settimana senza far niente allora avete trovato il tempo che vi occorre per leggervelo tutto d'un fiato) non ha mancato di inserire, tra le varie conseguenze a questa ipotetica catastrofe, il deterioramento dei rapporti tra le persone, delle leggi fino alla drammatica conclusione tra i due fratelli, figure cardine della storia.
Ebbene sì, il romanzo mi è piaciuto ma mi ha lasciato l'amaro in bocca; ma non perchè sia stato brutto il finale, piuttosto perchè, se accadesse uno sconvolgimento del genere, quanto letto accadrebbe per davvero.
Pensiamoci un pò su......
Cecco
0 commenti:
Posta un commento