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Il famoso "Indagatore dell'Incubo" (che quest'anno spegnerà le 300 candeline nella serie mensile) ha chiuso il 2010 con una storia controversa, una storia che non si vedeva da tempo tra le sue pagine (fatta eccezione per "Mater Morbi" che è uscita giusto 12 mesi prima) e che mi ha riportato al passato, a storie come "Johnny Freak", storie controverse che toccano con intelligenza e fantasia dei temi dolorosi che accompagnano l'umanità nella vita di tutti i giorni.
Stavolta, Dylan, con l'aiuto della medium che tanto lo ha a cuore, è alle prese con il fantasma di una giovane che non trova pace e che coinvolge nella sua vita precedente quanti entrano in contatto con il suo ectoplasma.
La storia ha inizio con una visita nella sua casa di Craven Road da parte di un gruppo di adolescenti, i quali, dapprima con le buone, poi, con le cattive, si fanno accompagnare fuori città in una radura ai margini della statale dove avviene un bizzarro incontro.
Il nostro Dylan si ritrova ad avere a che fare con il fantasma di una loro cara amica che staziona in quel posto, mattina, mezzogiorno e sera, dal giorno in cui un incidente d’auto le ha tolto la vita pochi metri più in là. La cosa singolare, oltre alla permanenza in quel luogo, è che, pur essendo intangibile, riesce a trasmettere a quanti entrano in contatto col suo ectoplasma i ricordi della vita trascorsa, generando delle vere e proprie reincarnazioni temporanee che, però, “impattano” con il regolare svolgimento delle vite di ogni malcapitato. Come se tutto ciò non bastasse accade che ogni giorno un secondo fantasma appaia sulla scena, un cagnolino, il quale, ringhiando ed abbaiando emerge dalla radura circostante ed assale il primo spettro addentandogli la gamba e procurandogli delle vere e proprie lacerazioni che dopo la sfuriata e la sua temporanea scomparsa guariscono come nulla fosse.
Sebbene i ricordi della ragazza cominciano ad interagire con i pensieri e le azioni dello stesso Dylan col quale è venuto in contatto, questi riesce, attraverso una serie di intrecci narrativi, a giungere a capo della vicenda, coinvolgendo l’investitore della ragazza, che reo confesso sta scontando in carcere la condanna e non riesce a darsi pace per l’accaduto, una sua vecchia conoscenza (in tutti i sensi), la medium Madame Trelkovsky e, per finire, una signora attempata che vive nella solitudine in una casa della periferia londinese e che è il perno di tutta la vicenda.
In quella stessa radura la donna, il giorno in cui era avvenuto l’incidente mortale alla ragazza, stava seppellendo il suo cagnolino al quale poche ore prima aveva tolto la vita con le sue mani perché la povera bestiola, unica compagnia ed amicizia nella sua esistenza solitaria, era condannata a morire di lì a qualche giorno per un male incurabile. Ma appena aveva finito di seppellirlo, ecco giungere alle sue orecchie il rumore dell’incidente che pochi metri più in là aveva coinvolto proprio la ragazza. La donna oltrepassando la radura si trova davanti il corpo della giovane che in una posa scomposta ed immerso nel sangue sta ansimando gli ultimi flebili respiri della vita che sfugge. Il comportamento della donna, la quale, vedendo la gravità della situazione, ha ritenuto che nessun soccorso sarebbe giunto in tempo, la porta ad agire nel medesimo modo come per il suo animale domestico e le toglie gli ultimi respiri di vita.
I due spiriti inquieti dopo il racconto sembrano acquistare la consapevolezza del perché della loro forzata permanenza su questa terra, il cagnolino balza docilmente in grembo alla giovane ed ambedue, salutati i loro amici, attraversano il confine che li accompagna a miglior vita.
Il tema attuale che vien fuori dagli ultimi balloon del fumetto è, dunque, quello dell’eutanasia, inteso come estremo atto d’amore. Un tema che, purtroppo, nella vita di tutti i giorni ha coinvolto e coinvolge tantissime persone nei loro affetti più cari, un tema che l’autrice (la bravissima Paola Barbato) ha affrontato con intelligenza sapendolo inserire (cosa non facile) nel contesto di storie di un personaggio il cui mondo di “nuvole parlanti” spazia tra gli orrori ultraterreni e non: una storia di fantasia dunque, ma fatta apposta per riflettere sulla cruda realtà!