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Wanted - "The Public Enemy" - Ricercato "Nemico pubblico"

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I Corsi di Salvo
SECONDA PILLOLA DI SCRITTURA
Il Punto di Vista

Chi conosce Archimede Pitagorico, buffo personaggio di “Topolino”, saprà che nel momento in cui sta per ideare una nuova invenzione, gli si accende in testa, una vecchia lampadina gialla, attacco magnum. Anche per ogni Autore è così. Per me come per voi che mi leggete. All'inizio l'idea è nebulosa, poi il sole dell'ingegno si alza, le nebbie si dipanano e l'dea diventa materia. Già, ma proprio adesso viene il bello! L'Autore adesso si chiede: - Ed ora come lo scrivo il racconto? Lo faccio raccontare a un “fine dicitore”? Incarico quel personaggio antipatico che entra in scena fin dalla prima pagina? Oppure lo racconto io o per me, come fossi io, il personaggio simpatico, quello figo o se femminile...quella... ?
Siamo arrivati finalmente al fatidico PUNTO DI VISTA. Che badate bene, non consiste nella stesura della trama, nel raccontare quello che si vede, ma in qualcosa per cui l'Autore faccia in modo che il lettore, aperto il libro, esaminata la prefazione, la recensione e il prezzo, non lo chiuda poi, dopo aver letto la pagina -1- .
Il punto di vista è fondamentale e... traditore! Perchè è quello che ti fa commettere gli errori più gravi. Vi faccio un esempio:E' Carlo che parla, il personaggio del racconto; “Volevo portare Giorgia al mare ma la vedevo intristirsi mentre pensava alla sua infanzia trascorsa a Tripoli” Sembra una banale descrizione di un dialogo tra due persone eppure nasconde una grossa insidia e un errore marchiano. Il punto di vsita in questa fase del racconto, è quello di Carlo e Carlo non può sapere cosa stia pensando l'amica in quel momento. A meno che non facesse l'indovino di professione. Ecco dunque uno dei TRE punti di vista in cui si può articolare un racconto. Questo è il punto di vista, in PRIMA PERSONA SINGOLARE. In questo caso, la frase andrà corretta con l'uso di una perifrasi che faccia capire che Giorgia è triste perchè pensa alla sua infanzia africana, ma senza che lo affermi Carlo. Arrovellatevi voi nel trovare il sistema, che è abbastanza semplice.

C'è poi il Punto di vista IN TERZA PERSONA SINGOLARE. Questa è la forma più adoperata perchè lo scrittore riesce meglio a portarsi anche “dietro le quinte” del suo racconto, facendo esordire in primo piano i suoi personaggi di volta in volta e facendoli interloquire col personaggio principale o tra di loro contemporaneamente. L'esempio di prima diventerà, stavolta senza errori: “Voleva portare Giorgia al mare ma la vedeva intristirsi perchè sapeva che le avrebbe ricordato la sua infanzia...etc...etc.

E infine c'è il NARRATORE UNIVERSALE. Qui coincidono il punto di vista e l'Autore. Questo in pratica diventa un osservatore esterno, conosce i pensieri di ognuno dei personaggi che invece ignorano retroscena e avvenimenti passati cosa che non sarebbe possibile con la PRIMA o la TERZA
Come diventerà allora la frase di prima? Questo lo lascio risolvere a voi che mi leggete e da qui in avanti potremo continuare nell'interattività del nostro “Corso”.
Alla prossima pillola.
Salvo

1 commenti:

Valeria Nitto ha detto...

Il punto di vista è fondamentale in uno scritto. Per chi è "alle prime armi" commette questo errore senza nemmeno accorgersene.
Bisogna leggere il racconto o romanzo che sia, tutte le volte che sarà necessario, senza avere fretta.

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L'intervista semiseria

"A proposito di Maximilian ... dialogo intervistato ai due autori ... raccontato da uno dei due"
Cecco (Francesco Martino) - Correva l'anno ....
Peppe (Giuseppe Cristiano) - Che fai parli al passato?
C - No, era per creare l'enfasi.
P - Meglio di no, guarda, noi scrittori del genere fantastico passiamo già per mezzi paranoici, prova un'altro inizio.
C - Vabbeh .... allora ..... una sera di dicembre dello scorso anno ....
P - Ecco, vedi! Così va già bene.
C - Oh che bello ... allora ... dov'ero rimasto ... ah, sì, dicembre dello scorso anno ....
P - L'hai già detto questo ...
C - Lo so ma se non finisco qua andiamo avanti fino alla notte dei tempi.
P - Sono d'accordo con te, vai pure.
C - Avanti fino alla notte dei tempi?
P - Beh, se vuoi, ma posso farti compagnia fino ad un certo tratto ... poi avrei alcune cose da fare.
C - Che fai sfotti? E meno male che l'intervista è dal mio punto di vista.
P - Mmmhhh.....
C - Che c'è, non ti senti bene?
P - No .... fame!
C - Ma se abbiamo mangiato poco fa!
P - Appunto ... ecco perchè ho ancora fame, il ricordo è troppo vicino.
C - Ah .... allora sarò breve, ok?
P - Va bene, vai pure non preoccuparti.
C - E andiamo allora .... dunque l'idea era una delle tante non realizzate che avevi nel cassetto, me la mandasti tra una mail e l'altra ed io te la rimandai con qualche variante che mi era venuta sul momento.
P - Sì, esatto.
C - Poi tu il giorno dopo mi telefonasti dicendomi se me la sentivo di proseguire il progetto a quattro mani, ricordi?
P - Sì, sì, mi ricordo.
C - A gennaio feci il mio primo volo aereo Roma-Stoccolma e ti raggiunsi ed in due giorni buttammo giù il soggetto del primo episodio e le idee di base per i successivi ... e si cominciò da subito a scrivere.
P - Era buona la pasta al tonno che ci preparammo.
C - Ma pensi solo a mangiare ... comunque hai ragione proprio buona, e ci mettemmo anche una scatola di pelati ... anzi no era polpa di pomodoro se non ricordo male.
P - Sì era proprio quella, alla prima occasione dobbiamo rifarla.
C - Eh sì, quando si parla di mangiare mi trovi sempre favorevole.
P - (nessun commento e mano destra a massaggiare lo stomaco).
C - (nessun commento e mano sinistra a massaggiare lo stomaco).
P - Hai già finito?
C - Eh? ... No, no, chiudo subito che è venuta fame anche a me.
P - Ok.
C - Allora per farla breve il primo l'abbiamo già scritto ed il secondo è sulla buona strada, ed intanto si è aggiunta qualche altra idea, previsioni?
P - Mah l'estate è ormai finita quindi non è che ci si deve aspettare chissacchè dal tempo.
C - Che fai sfotti un'altra volta.
P - Ma se mi hai chiesto tu le previsioni?
C - Ecco ... appunto ... sarà la fame ... vabbeh, allora penso che posso chiudere per tutti e due dicendo che la cosa più bella è credere sempre in quel che si fa e se questo viene da comuni passioni è difficile che venga male.
P - Beh, hai detto tutto bene, allora potevi farla da solo l'intervista.
C - E perchè? Secondo te che ho fatto? Vabbeh, dai andiamo a mangiare che mi è venuta nuovamente fame.
P - Ok, ma mi sa che la polpa di pomodoro è finita.
C - Mmmhhh ... c'è l'hai la passata?
P - Sì quella quanta ne vuoi.
C - Allora stiamo a posto ... vai col tango e buon appetito a tutti!