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I RACCONTI DI CECCO: MALEDETTA DISTRAZIONE

MALEDETTA DISTRAZIONE


© Francesco Martino – 2010


Questa occasione non posso lasciarmela scappare.

No, proprio no.

Sbagliare ancora una volta significherebbe essere destinato, vita natural durante, ad un incarico d’ufficio, immerso in una valanga di scartoffie e di polvere.

Eh, sì, proprio polvere e cartacce mi toccherebbero, visto e considerato che, non potendomi licenziare, mi destinerebbero nell’unico ufficio rimasto ancora all’età della pietra dove quel che si avvicina di più ad un computer è una vecchia macchina da scrivere modello Olivetti linea 98.

Ma stavolta niente distrazioni.

E che cavolo!

La prima può anche capitare in rarissimi casi a quello meglio preparato di noi, la seconda di per sé è già un evento unico, ma la terza significherebbe essere fuori dai giochi.

Come posso scordarmi le poche e laconiche parole del dirigente d’ufficio proprio dopo la mia seconda disattenzione.

Errare è umano – mi disse apostrofandomi con l’indice della mano destra puntato come un’arma dritto in mezzo ai miei occhi – ma perseverare è diabolico ed è contro ogni nostra regola. Concentrati solo ed esclusivamente sul tuo incarico perchè al prossimo sbaglio non ci saranno più proroghe, raggiungerai il vecchio Aldus giù nell’archivio.

Fortunatamente il mio nuovo cliente è un tipo tutta casa e chiesa. Già, “Tutto casa e chiesa…” è proprio il caso di dirlo.

Puntuale come un orologio svizzero, tutte le mattine dal lunedì al sabato per andare al lavoro, regolarissimo al rientrare nel pomeriggio e ligio a tutti i doveri coniugali e religiosi per la restante parte del tempo, domenica inclusa.

Peccato che non abbia avuto figli, ma in questi casi il destino è imponderabile e questo lo insegnano anche a noi in accademia fin dalla prima lezione.

Ma alla fine dei conti, la distrazione di uno o più figli nella propria vita comporta un margine di difficoltà in più nello gestire ogni individuo; quindi, spiacente per lui, ma meglio per me che ho una difficoltà in meno.

E poi chi sono io?

Il suo salvatore per caso?

Quel che debbo fare è evitare che durante la sua esistenza quotidiana compia degli atti che cambino quanto è scritto nel suo libro del destino e basta.

Questo mi compete, solo questo!

A tal proposito, non so perché proprio oggi ha deciso di andare al lavoro in bicicletta, lui che usa da una vita i mezzi pubblici e manco l’automobile si è comprato.

Sentissi le lamentele della moglie dal giorno che si sono sposati. Ma così era scritto e così ha deciso per lui… e per lei, ovviamente!

Vabbeh, pazienza, vorrà dire che una volta tanto dovrò metterci la mia mano se occorrerà, tuttavia, non credo di dovermi preoccupare più di tanto e proprio perché lo conosco ormai abbastanza bene.

Finora stiamo procedendo a passo di lumaca, su una pista ciclabile che tutti rispettano in questa città e siamo prossimi all’ultimo incrocio prima di entrare nel vialetto privato di casa sua. Un centinaio di metri e manco e siamo giunti alla meta.

Ecco, benissimo così, siamo prossimi all’incrocio. Ah, qua bisogna stare comunque attenti perché la strada è bella larga e a quest’ora c’è ancora parecchio traffico e qualche distratto può sempre capitare.

Qualche metro ancora e… toh, guarda guarda, chi c’è di fronte a noi dall’altro lato pronti anche loro ad attraversare: la mia vecchia compagna di corso Angela con il suo cliente. Eehh, bella gnocca. L’unica capace di distrarmi da qualsiasi dovere anche solo per un secondo…

E tanto o poco più è il lasso di tempo che trascorre e che fa sì che il nostro protagonista molli l’invisibile presa sul suo cliente che attraversa la strada mentre sopraggiunge un furgone con i freni rotti che investe in pieno uomo e bicicletta, uccidendolo.

Porca miseria – esclama Leo subito dopo – adesso sì che sono fottuto. La mia carriera di angelo custode è giunta alla fine!

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L'intervista semiseria

"A proposito di Maximilian ... dialogo intervistato ai due autori ... raccontato da uno dei due"
Cecco (Francesco Martino) - Correva l'anno ....
Peppe (Giuseppe Cristiano) - Che fai parli al passato?
C - No, era per creare l'enfasi.
P - Meglio di no, guarda, noi scrittori del genere fantastico passiamo già per mezzi paranoici, prova un'altro inizio.
C - Vabbeh .... allora ..... una sera di dicembre dello scorso anno ....
P - Ecco, vedi! Così va già bene.
C - Oh che bello ... allora ... dov'ero rimasto ... ah, sì, dicembre dello scorso anno ....
P - L'hai già detto questo ...
C - Lo so ma se non finisco qua andiamo avanti fino alla notte dei tempi.
P - Sono d'accordo con te, vai pure.
C - Avanti fino alla notte dei tempi?
P - Beh, se vuoi, ma posso farti compagnia fino ad un certo tratto ... poi avrei alcune cose da fare.
C - Che fai sfotti? E meno male che l'intervista è dal mio punto di vista.
P - Mmmhhh.....
C - Che c'è, non ti senti bene?
P - No .... fame!
C - Ma se abbiamo mangiato poco fa!
P - Appunto ... ecco perchè ho ancora fame, il ricordo è troppo vicino.
C - Ah .... allora sarò breve, ok?
P - Va bene, vai pure non preoccuparti.
C - E andiamo allora .... dunque l'idea era una delle tante non realizzate che avevi nel cassetto, me la mandasti tra una mail e l'altra ed io te la rimandai con qualche variante che mi era venuta sul momento.
P - Sì, esatto.
C - Poi tu il giorno dopo mi telefonasti dicendomi se me la sentivo di proseguire il progetto a quattro mani, ricordi?
P - Sì, sì, mi ricordo.
C - A gennaio feci il mio primo volo aereo Roma-Stoccolma e ti raggiunsi ed in due giorni buttammo giù il soggetto del primo episodio e le idee di base per i successivi ... e si cominciò da subito a scrivere.
P - Era buona la pasta al tonno che ci preparammo.
C - Ma pensi solo a mangiare ... comunque hai ragione proprio buona, e ci mettemmo anche una scatola di pelati ... anzi no era polpa di pomodoro se non ricordo male.
P - Sì era proprio quella, alla prima occasione dobbiamo rifarla.
C - Eh sì, quando si parla di mangiare mi trovi sempre favorevole.
P - (nessun commento e mano destra a massaggiare lo stomaco).
C - (nessun commento e mano sinistra a massaggiare lo stomaco).
P - Hai già finito?
C - Eh? ... No, no, chiudo subito che è venuta fame anche a me.
P - Ok.
C - Allora per farla breve il primo l'abbiamo già scritto ed il secondo è sulla buona strada, ed intanto si è aggiunta qualche altra idea, previsioni?
P - Mah l'estate è ormai finita quindi non è che ci si deve aspettare chissacchè dal tempo.
C - Che fai sfotti un'altra volta.
P - Ma se mi hai chiesto tu le previsioni?
C - Ecco ... appunto ... sarà la fame ... vabbeh, allora penso che posso chiudere per tutti e due dicendo che la cosa più bella è credere sempre in quel che si fa e se questo viene da comuni passioni è difficile che venga male.
P - Beh, hai detto tutto bene, allora potevi farla da solo l'intervista.
C - E perchè? Secondo te che ho fatto? Vabbeh, dai andiamo a mangiare che mi è venuta nuovamente fame.
P - Ok, ma mi sa che la polpa di pomodoro è finita.
C - Mmmhhh ... c'è l'hai la passata?
P - Sì quella quanta ne vuoi.
C - Allora stiamo a posto ... vai col tango e buon appetito a tutti!