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Wanted - "The Public Enemy" - Ricercato "Nemico pubblico"

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I racconti di Valeria - Un fiore eterno (parte prima)



Non mi ero mai interessata né di arte né di tutto ciò che era relazionato a essa.
La gita scolastica del terzo anno superiore prevedeva una visita ad Andria; in provincia di Bari, presso Castel del Monte. Che cosa sapevo di quell’incantevole esempio di architettura? A questo potevo rispondere. La Professoressa Martini, insegnante di Storia, era molto pignola a riguardo. Avevo dovuto studiare la storia del castello, apprendimento testato, con una lunga e agonizzante interrogazione. Tuttavia, ero sorpresa di come il fascino misterioso di quel luogo aveva attratto la mia curiosità.
Edificato tra il 1229 e il 1249, per volere di Federico II di Hoenstaufen, lo “stupor mundi”, era considerato una struttura originale intrisa di significati simbolici. Purtroppo negli anni subì uno stato di abbandono; usato come carcere o come rifugio per briganti, prima di essere acquistato dallo Stato Italiano che commissionò le opere necessarie per il restauro. Nel 1996 entrò a far parte del Patrimonio dell’UNESCO, grazie alle sue forme ben proporzionate. Peculiarità fondamentale del castello era nella struttura ottagonale, con otto torri, numero che compariva in molti particolari. Alcuni storici sostenevano che il castello riflettesse l’anima di Federico: come se lo stesso Re, abbia voluto imprimere in ogni dettaglio la sua personalità poliedrica. Che Federico II amava la Puglia si sapeva per certo, che abbia voluto coltivare ciò che veniva definito fiore di pietra, era riconducibile a quel sviscerato sentimento.
“Guarda Delia, Luca ti sta fissando da parecchio” mi sussurrò Ines all’orecchio.
“Ignoralo” fu la mia risposta.
“Per te è facile snobbare un bel ragazzo, vero?” intervenne Licia affacciandosi dal sedile posteriore.
“Non sono interessata a chi gioca con i sentimenti altrui. Cambia fidanzata ogni due giorni” spiegai.
“Vale anche solo per un’ora” Ines era di tutt’altra opinione.
“Non credo proprio” io, restavo sicura delle mie convinzioni.
“Siamo quasi arrivati” la Professoressa Martini si affrettò a dare istruzioni ai suoi alunni “vi prego: formate una fila ordinata e non spingete.”
“Sì, Prof!” rispondemmo all’unisono.
Fermato il bus, nonostante le raccomandazioni del-l’insegnante, apparimmo più una mandria impazzita che studenti delle superiori.
“Per favore, ragazzi!” ripeteva la Professoressa invano.
“Silenzio!” venne spalleggiata dal Professore di Matematica Vitali. Era un uomo alto e robusto, dalla folta barba grigia. Le sue interrogazioni erano il nostro patimento, una discesa rapida verso l’inferno, attraverso domande a tranello e sguardi ferrei. Era l’unico che potesse incutere timore agli studenti e riuscire a ottenere del rispetto. “Se non formate una fila ordinata entro un minuto, sono ben disposto a farvi risalire sul bus!”.
“Qualcuno sa dirmi” tossì la Martini “quali sono le particolarità del portale d’ingresso?”
Alzarono la mano i soliti saputelli.
“Romano” il mio cognome tuonò nell’aria. I compagni si volsero per guardarmi. “Ho notato un interessamento per questo edificio, rendi partecipe l’intera classe.”
Imbarazzata per dover ripetere lì, all’aria aperta, feci un respiro profondo prima di rispondere. “Il portale, realizzato con breccia corallina, pietra calcarea e marmo, così come altri elementi del Castello, ha due statue raffiguranti dei leoni: uno con lo sguardo rivolto verso il sorgere del sole al solstizio d’inverno, l’altro con lo sguardo rivolto nella direzione del sorgere del sole al solstizio d’estate. I gradini sono posti ai lati, in modo tale che chiunque esca non dia le spalle al castello. È interpretata come una forma di rispetto per Federico II.”.
“Esatto” confermò la Professoressa “ma c’è un’altra curiosità: osservando il portale chiuso è possibile notare un particolare. Immaginando di suddividerlo in parti uguali si noteranno due F, una delle impronte lasciate dall’imperatore, non è interessante?”.
“Sì, Professoressa” risposero gli alunni, era evidente il loro disinteressamento.
Fu quando entrai nell’edificio che qualcosa mi turbò. La sensazione di un macigno che gravava sul mio cuore aumentava a ogni passo come se, da un momento all’altro, sarebbe accaduto qualcosa di terribile. (CONTINUA)
Category: 3 commenti

3 commenti:

Salvo figura. ha detto...

t...e Valeria continua a lasciare il segno!Oramai è come l'Arno del Novembre del'66 quando lei giocava ancora con gli angioletti ed io ballavo al ritmo dei Beatles. Brava Valeria...almeno fin qua!
Salvo

Anonimo ha detto...

Eehhh, sì, sì, sì... c'è da essere curiosi sul finale perchè la nostra Valeria è andata a pescare un edificio che per gli esoterici rappresenta uno dei punti di snodo delle invisibili linee di forza che si pensa attraversano il nostro pianeta intrecciandosi in una complessa ragnatela... adesso sì che sono curioso!!!

Salvo figura. ha detto...

Vedi valeria cosa sei andata a scoprire? Ma sempre danno fai????le linee delle forze esoteriche!!Rimetti tutto a posto o Cecco si trasforma nel conte Dracula ed esce da quel castello!

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L'intervista semiseria

"A proposito di Maximilian ... dialogo intervistato ai due autori ... raccontato da uno dei due"
Cecco (Francesco Martino) - Correva l'anno ....
Peppe (Giuseppe Cristiano) - Che fai parli al passato?
C - No, era per creare l'enfasi.
P - Meglio di no, guarda, noi scrittori del genere fantastico passiamo già per mezzi paranoici, prova un'altro inizio.
C - Vabbeh .... allora ..... una sera di dicembre dello scorso anno ....
P - Ecco, vedi! Così va già bene.
C - Oh che bello ... allora ... dov'ero rimasto ... ah, sì, dicembre dello scorso anno ....
P - L'hai già detto questo ...
C - Lo so ma se non finisco qua andiamo avanti fino alla notte dei tempi.
P - Sono d'accordo con te, vai pure.
C - Avanti fino alla notte dei tempi?
P - Beh, se vuoi, ma posso farti compagnia fino ad un certo tratto ... poi avrei alcune cose da fare.
C - Che fai sfotti? E meno male che l'intervista è dal mio punto di vista.
P - Mmmhhh.....
C - Che c'è, non ti senti bene?
P - No .... fame!
C - Ma se abbiamo mangiato poco fa!
P - Appunto ... ecco perchè ho ancora fame, il ricordo è troppo vicino.
C - Ah .... allora sarò breve, ok?
P - Va bene, vai pure non preoccuparti.
C - E andiamo allora .... dunque l'idea era una delle tante non realizzate che avevi nel cassetto, me la mandasti tra una mail e l'altra ed io te la rimandai con qualche variante che mi era venuta sul momento.
P - Sì, esatto.
C - Poi tu il giorno dopo mi telefonasti dicendomi se me la sentivo di proseguire il progetto a quattro mani, ricordi?
P - Sì, sì, mi ricordo.
C - A gennaio feci il mio primo volo aereo Roma-Stoccolma e ti raggiunsi ed in due giorni buttammo giù il soggetto del primo episodio e le idee di base per i successivi ... e si cominciò da subito a scrivere.
P - Era buona la pasta al tonno che ci preparammo.
C - Ma pensi solo a mangiare ... comunque hai ragione proprio buona, e ci mettemmo anche una scatola di pelati ... anzi no era polpa di pomodoro se non ricordo male.
P - Sì era proprio quella, alla prima occasione dobbiamo rifarla.
C - Eh sì, quando si parla di mangiare mi trovi sempre favorevole.
P - (nessun commento e mano destra a massaggiare lo stomaco).
C - (nessun commento e mano sinistra a massaggiare lo stomaco).
P - Hai già finito?
C - Eh? ... No, no, chiudo subito che è venuta fame anche a me.
P - Ok.
C - Allora per farla breve il primo l'abbiamo già scritto ed il secondo è sulla buona strada, ed intanto si è aggiunta qualche altra idea, previsioni?
P - Mah l'estate è ormai finita quindi non è che ci si deve aspettare chissacchè dal tempo.
C - Che fai sfotti un'altra volta.
P - Ma se mi hai chiesto tu le previsioni?
C - Ecco ... appunto ... sarà la fame ... vabbeh, allora penso che posso chiudere per tutti e due dicendo che la cosa più bella è credere sempre in quel che si fa e se questo viene da comuni passioni è difficile che venga male.
P - Beh, hai detto tutto bene, allora potevi farla da solo l'intervista.
C - E perchè? Secondo te che ho fatto? Vabbeh, dai andiamo a mangiare che mi è venuta nuovamente fame.
P - Ok, ma mi sa che la polpa di pomodoro è finita.
C - Mmmhhh ... c'è l'hai la passata?
P - Sì quella quanta ne vuoi.
C - Allora stiamo a posto ... vai col tango e buon appetito a tutti!